giovedì 26 novembre 2015

IL NUOTO, UN ALLEATO PER LA SCHIENA?

Rubrica: Parola ai Nostri Esperti




Sul binomio nuoto-schiena, anzi, nuoto-mal di schiena, se ne è discusso tanto e tante sono le teorie, peraltro non concordi tra loro.
Bisogna prima di tutto precisare che l’uomo non è stato affatto progettato per vivere e spostarsi in acqua, ergo, tutto ciò che viene effettuato in un ambiente che non presuppone la classica camminata per andare da un punto A ad un punto B, ma il procedimento in posizione orizzontale in un liquido, può provocare scompensi.
Appunto, “potrebbe ” ma non necessariamente.
La precisazione è importante in quanto è la chiave di tutto.
Il nuoto fa bene,come tutte le attività fisiche, se praticato a livello amatoriale e in ogni caso, dopo aver effettuato un adeguato corso.
Bisogna innanzi tutto imparare a nuotare e ciò significa imparare completamente le respirazioni e le pause tra esse, imparare il rilassamento in acqua e la tecnica di nuotata. Senza questi insegnamenti si avranno conseguenze negative come affaticamento e posture scorrette.
Andiamo per gradi.
Imparare a nuotare non significa solo apprendere il gesto tecnico degli arti superiori o degli arti inferiori, significa trovare il giusto compromesso tra la nostra forma anatomica in acqua e la minor resistenza che il nostro corpo dovrà avere per poter avanzare senza eccessivi affaticamenti. Una volta fatto questo ci si può dedicare al benessere fisico impostando esercizi e nuotate complete in modo da avere migliorie sia muscolari che respiratorie.
La nostra schiena troverà giovamento se nuoteremo il crawl ed il dorso in modo rilassato e simmetrico, anche con l’ausilio di attrezzature facilitati . Avere una posizione prona in acqua provoca certamente un sovraccarico lombare accentuato dal fatto che spesso si utilizza la tavoletta solo con la testa fuori dall’acqua. Tavoletta si, ma con parsimonia, nel senso che la si potrebbe adoperare per tempi non continui, per esempio una vasca ogni quattro vasche di stile completo. Effettuare le respirazioni ponendo la faccia completamente in acqua per alcuni secondi e prendendo aria alzando la testa solo per pochi istanti, il tempo di un’inspirazione. Nell’atto dell’espirazione, subacquea, rilassare la muscolatura del collo il più possibile. Questo comporterà un carico lombare e dorsale adeguato e non eccessivo.
Spesso si nuota il crawl, o lo stile rana guardando in avanti nelle fasi subacquee. Anche questo è dannoso per la nostra amata schiena. Se mentre si avanza si guarda in avanti, si obbliga la parte inferiore del corpo a non rimanere agevolmente in posizione orizzontale e, di conseguenza,apportando una modifica alla postura cercando di tenere in alto gambe e glutei, si tende ad inarcare la schiena, con evidenti e fastidiosi dolori lombari. E' importante tenere sotto controllo anche la rigidità muscolare: una nuotata rigida ci “appesantisce” e faremo più fatica nei movimenti e nella respirazione.
Un discorso a parte si deve fare nel caso si abbiano patologie particolari, quali ernie, protusioni, patologie della colonna vertebrale. In tal caso è bene evitare un carico eccessivo alla schiena.
In definitiva il nuoto fa bene alla schiena se praticato in modo corretto seguendo sempre i consigli di un istruttore di nuoto qualificato.



A cura di Marco Montalto
Istruttore di nuoto
Allievo istruttore Jeet Kune Do
Allievo istruttore Krav Maga

giovedì 19 novembre 2015

LE ARANCE: DALLA VITAMINA C ALLO SCORBUTO

Rubrica: Alimentazione e sport
Athlon Blog





Le numerose forme di malattie da insufficiente apporto alimentare, che possono essere classificate in base all’ apporto calorico globale o, in modo più pertinente, ai principi alimentari carenti (m. proteica, m. glicidica, m. lipidica ecc.), comprendono non solo le classiche malattie da carenza (pellagra, scorbuto, beriberi, rachitismo, kwashiorkor), ma anche forme clinicamente silenti, talora non facilmente rivelabili anche biochimicamente, che tuttavia possono indebolire le difese organiche, provocando malessere vago, astenia fisica e psichica.
In passato spesso queste malattie erano difficilmente diagnosticabili.
Il quadro clinico è conseguentemente multiforme, con manifestazioni assai diverse a seconda del tipo di carenza in causa, della durata e della gravità di essa, dell’età del soggetto ecc..
Dal punto di vista sociale le malattie da carenza hanno rappresentato e rappresentano un problema di enorme importanza: si calcola che quasi i 3/5 dell’umanità soffra di uno stato di malattie più o meno grave, dovuto all’ indigenza di intere popolazioni.

GLI AGRUMI E LE ARANCE

Abbondanza, ricchezza, fecondità: sono queste le immagini da sempre associate agli agrumi, i “pomi d’oro”, i doni generosi degli dei e della natura.
Frutto solare simbolo di luce dorata e di opulenza, è stato scelto nei secoli come emblema del Carnevale . Per tutta l’epoca moderna in Europa occidentale, almeno fino alla fine dell’Ottocento, le arance sono simboli di ricchezza e tempi fausti.
Come frutti di lusso, contrariamente a mele o prugne, ordinari e popolari, accompagnavano le occasioni di festa.
Servite nei matrimoni e nei banchetti, si assaporavano arance anche a teatro.
Nel secolo scorso i bambini sognavano tutto l’anno di ricevere in regalo a Natale o a Epifania, dalla Befana, un’arancia, dono prezioso e profumato. La maggior parte di loro non sapeva che sapore avesse e neppure se avrebbe avuto mai il coraggio di mangiare questo frutto aureo, quasi magico.
L'arancia resta un simbolo di speranza per il prigioniero, al quale ne vengono portate in carcere, è "salute", come dice la pubblicità, e contiene vitamina C e sali minerali in quantità sufficiente per tutta la giornata.

Ma qual è la loro origine? Quali strade hanno percorso per giungere sino a noi?

In Malesia l'arancia è strettamente collegata al primo peccato di gola: secondo alcuni l'arancia è il vero frutto responsabile del peccato originale, invece della mela.
Gli italiani chiamano agrumi (dal latino parlato acrumen, derivato da acrum, aspro) tutta una famiglia di frutti, i citri, che comprendono un gran numero di fratelli, sorelle, cugini e cugine dell'arancia: cedro, pompelmo, mandarino.
Furono introdotti in Europa dopo le conquiste indiane di Alessandro Magno.
Se l’ebraismo è responsabile della diffusione mediterranea dei cedri, l’Islam stabilì un’importante testa di ponte per la coltivazione degli agrumi nella Penisola Iberica.
Nel suo periplo, l'arancia era stata preceduta dal cedro, tanto è antico.
I cinesi lo conoscevano già nel IV millennio! Oltre ad essere coltivato a Nippur, capitale religiosa dei Sumeri, Simon Maccabeo, primo re della Giudea indipendente, lo scelse come simbolo per la sua moneta, coniata nel 142 a.c.
Oggi, sul pianeta si coltiva un miliardo di alberi di agrumi.
La produzione mondiale di frutti è prossima ai 100 milioni di tonnellate.
La durata della vita di un albero di agrumi è di un secolo circa.
Ogni primavera, un albero di agrumi, produce fino a 60.000 fiori, e solo l’1% svilupperà un frutto.
Un’arancia navel di circa 125 g contiene 75 mg di vitamina C.
 L’agrumicoltura in Florida è un’industria da nove miliardi di dollari.
Florida e Brasile producono il 90% del succo d’arancia.


LA RICETTA DELLO CHEF
Risotto alle arance

Ingredienti per 2 persone

100 g di riso Arborio
2 arance
1 scalogno
¼ di cipolla
Acqua 1l ca.
Parmigiano q.b.
Pepe q.b.
Sale q.b.
Olio q.b.

Preparazione

Il risotto all’arancia è un piatto davvero gustoso e dal sapore diverso dal solito. Solitamente però, tra burro e formaggio spalmabile, viene preparato in modo non adatto a chi segue un’alimentazione sana.
Ecco una versione light ma ugualmente deliziosa.

Per prima cosa bisogna grattare la scorza di mezza arancia e spremere il succo di 2 arance.
Una volta spremuto il succo, nel filtro dello spremiagrumi rimarrà della polpa, prendiamone un cucchiaio scarso e teniamolo da parte.
Tritiamo finemente lo scalogno e la cipolla e mettiamoli a soffriggere con un filo d’olio.
Nel frattempo mettiamo a bollire circa un litro di acqua.
Non appena la cipolla e lo scalogno si imbiondiscono aggiungiamo la polpa e la scorza di arancia.
Se gradite potete tenerne un po’ da parte per decorare il piatto ma considerate che la scorza ha un sapore molto forte quindi aggiungerla a crudo alla fine potrebbe non piacere a tutti.
Lasciamo soffriggere il tutto per un minuto e aggiungiamo il riso, facciamolo tostare rigirando di tanto in tanto. Quando il riso si è tostato aggiungiamo circa metà del succo di arancia, lasciamo evaporare a fiamma viva.
Una volta che il succo si è addensato abbassiamo la fiamma e aggiungiamo un po’ di acqua che nel frattempo avrà raggiunto il bollore.
Aggiustiamo di sale e pepe.
 Lasciamo cuocere per 15-20 minuti controllando sempre il risotto.
Quando comincia ad asciugarsi aggiungiamo un po’ di succo di arancia dopo uno o due minuti altra acqua bollente.
Quando ha raggiunto la cottura spolveriamo di parmigiano e facciamo mantecare pochi minuti.



A cura di Federico Oteri
Biologo - Nutrizionista

lunedì 9 novembre 2015

PER DIMAGRIRE BISOGNA ALLENARSI PER ORE INTERE

Rubrica: Sfatiamo i Falsi Miti


Per chi ha poco tempo a disposizione o per chi semplicemente vuole degli allenamenti che diano soddisfazione ma senza trascorrere ore in palestra, sono stati studiati dei protocolli di allenamento che prevedono obiettivi specifici (come il dimagrimento) che consentono di raggiungere i risultati sperati attraverso un allenamento concentrato, breve ma intenso.
Questi protocolli sono corti, veloci ed efficaci per dimagrire seguendo una programmazione corretta e strutturata.
Durante un allenamento ad alta intensità infatti l'attività metabolica e il dispendio calorico non ritornano immediatamente ai livelli di riposo, ma rimangono elevati per un tempo più o meno lungo in base all'intensità e alla durata dell'attività svolta.
Pertanto, al termine dello sforzo il corpo continua a richiedere ossigeno ad un tasso superiore rispetto ai valori basali e si crea quello che viene chiamato effetto EPOC.
L'effetto EPOC quindi, generato dall’accelerazione metabolica creata dall'allenamento ad alta intensità fa si che il corpo continui a bruciare ulteriori calorie su un periodo che può arrivare fino alle 24 ore successive all’ esercizio. Ovviamente per ottenere uno stimolo modificante bisogna procedere con una tabella di allenamento precisa e che duri almeno 8 settimane.
Questo ci permette di creare un'alternativa al classico lavoro aerobico lungo/lento, consentendoci di poter raggiungere obiettivi ottimi in fatto di dimagrimento.
Non e' necessario allenarsi tutti i giorni per quattro o cinque ore di seguito ma possiamo alternare allenamenti brevi, intensi e costanti ad allenamenti aerobici lunghi classici, ovviamente ricordandoci di seguire sempre una dieta sana ed equilibrata.